QUESTA NON è UNA GUERRA

In questi mesi di emergenza sanitaria c’è stato un gran parlare. Si è detto tutto e il contrario di tutto. Negli ultimi giorni, poi, si è fatto riferimento al “ritorno alla normalità” come una sorta di meta da raggiungere. Se tornare alla vita di prima, però, significa spazzare via tutto ciò che abbiamo vissuto, e gettarlo nel dimenticatoio come se questa fosse solo una piccola parentesi delle nostre vite, allora significa aver perso in partenza.

Quello di cui abbiamo bisogno non è tornare alla normalità, alla vita di prima. Abbiamo bisogno di ripensare. A tutto.
Al funzionamento del sistema che regola le nostre vite, della sua economia e dei suoi fragili meccanismi, ormai insostenibili.
Agli ultimi della nostra società, resi ancora più vulnerabili e senza tutele di fronte alla pandemia. Ai diritti negati, che ora fanno sentire tutta la loro assenza.

 

Abbiamo bisogno di rivedere le nostre convinzioni, di lanciare il nostro sguardo “un po’ più in là”. 

Ci siamo sentiti fragili. Abbiamo avuto paura. Ci siamo sentiti completamente persi, privati delle nostre sicurezze, mentre guardavamo al nostro “giardino di casa”. Al punto da parlare di guerra, dividendoci in nemici ed eroi… Ma di che guerra stavamo parlando?

 

Dobbiamo cercare di ritrovare quelle sensazioni scomode di solitudine, impotenza, terrore. Dobbiamo tenercele strette, perché quando la nostra vita tornerà a scorrere, per milioni di persone quelle sensazioni continueranno ad essere quotidianità. E la malattia non sarà altro che l’ennesima tragedia ad aggiungersi alla guerra. La guerra vera.